Gli elefanti sono animali dall’elevata socialità, vivono in gruppi costituiti da femmine imparentate e dalla loro prole, a capo dei quali c’è la femmina anziana, la cosiddetta “matriarca”. Trascorrono fino a 18 ore al giorno ad alimentarsi di sostanze vegetali come germogli, frutti, foglie, radici e rami che strappano grazie all’elevata mobilità della proboscide e che ingeriscono in gran quantità, fino a 150 kg al giorno. Si nutrono sia di giorno, sia di notte. Gli animali si mantengono in contatto tra loro comunicando anche attraverso gli infrasuoni emessi a bassa frequenza, non udibili dall’uomo. L’acqua è particolarmente importante nella vita degli elefanti non solo per dissetarsi, ma anche per i frequenti bagni di fango utili per regolare la temperatura corporea e per liberarsi dai parassiti. Il cucciolo nasce dopo 22 mesi di gestazione e pesa già circa 100 kg, dopo pochi giorni è già in grado di seguire il branco. Lo svezzamento totale avviene dopo circa 3 anni, sebbene a 9 mesi di età cominci a integrare la sua dieta con sostanze vegetali. Le tre specie di elefanti differiscono per le dimensioni e alcuni caratteri come ad esempio le zanne che, sempre presenti in entrambi i sessi negli elefanti africani sono invece assenti nelle femmine di elefante asiatico e in alcuni maschi.
Gli elefanti africani vivono nelle foreste e savane sub-sahariane, mentre quelli asiatici popolano tutta l’Asia meridionale, dall’Iran, alla Cina, fino all’Indonesia settentrionale.
La zampa poggia terra su un cuscinetto che ammortizza il peso del corpo e presenta una serie di screpolature che lasciano al suolo un’impronta diversa per ciascun individuo.
Essendo privi di ghiandole sudoripare, gli elefanti utilizzano le loro grandi orecchie per disperdere il calore in eccesso. Infatti, l’elevata vascolarizzazione dell’orecchio, l’ampia superficie e il movimento continuo, permettono il raffreddamento del sangue e l’abbassamento della temperatura corporea. Durante la sua attività di alimentazione strappa rami, arbusti e abbatte alberi, svolgendo un ruolo ecologico sul paesaggio, contribuendo a mantenere la savana aperta e limitando la ricrescita della vegetazione.
Tutte e tre le specie di elefante sono a rischio di estinzione soprattutto per la perdita e frammentazione dell’habitat causata dall’espansione umana e dalla conseguente conversione di habitat naturali in aree agricole e insediamenti abitativi. A ciò si aggiungono il bracconaggio per il commercio illegale delle zanne e il consumo di carne e i conflitti con le attività antropiche che, a causa del contatto sempre più stretto fra gli animali e le aree abitate, sono sempre più frequenti. Anche in Asia le estese piantagioni di palma da olio, molto appetibili dagli elefanti, portano a conflitti che spesso si risolvono con la morte degli animali. Nonostante le leggi di protezione di cui gli elefanti godono, il commercio dell’avorio comporta ogni anno l’uccisione di molti animali considerando che l’avorio viene venduto al mercato nero a prezzi molto elevanti e che una zanna di un maschio adulto raggiunge il peso di 50 kg e una lunghezza fino a 2,5 m. Dal 2020, con la pandemia da Covid-19, si sta assistendo a un aumento del bracconaggio a causa nella minore presenza di turisti, minore sorveglianza e la crisi socio-economica in molti Paesi.
L’elefante è il più grande mammifero terrestre oggi vivente sul nostro Pianeta: il maschio di un elefante africano può superare i 3 m di altezza e pesare più di 5 tonnellate. Le zanne d’avorio sono i denti incisivi superiori, che nei vecchi maschi possono arrivare a 2-3 m di lunghezza. Oggi in Africa vivono due specie, l’elefante africano e quello di foresta, mentre quello asiatico vive in India, nel Sud-est asiatico, dall’India all’Indonesia settentrionale.
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