La zebra è un mammifero perissodattilo erbivoro, appartenente, come il cavallo, alla famiglia degli Equidi. Distribuite nelle regioni orientali e meridionali dell'Africa, le zebre si distinguono marcatamente dagli altri membri della famiglia per le striature verticali, nere o brune-rossastre, alternate a bande chiare, bianche o giallastre, sui quarti anteriori, che spesso tendono all'orizzontale sui quarti posteriori dell'animale.
Molti zoologi ritengono che le strisce fungano da meccanismo di mimetizzazione, anche se alcuni credono che giochino un ruolo nelle loro interazioni sociali, agendo come mezzo di distinzione di un individuo in mezzo agli altri, a causa di lievi variazioni nelle strisce.
Secondo alcune teorie, le striature aiuterebbero le zebre restando unite in branco, a confondere i predatori, come i leoni e le iene, i quali, specie di giorno, hanno una vista limitata dato che non possiedono la capacità a distinguere tutti i colori della savana. La durata della vita non supera in media i 28 anni mentre le antilopi, con una colorazione del manto meno vistosa, vivono in media dai 32 ai 34 anni. Nonostante l'opinione comune è stato provato che le zebre non sono nere a strisce bianche bensì bianche a strisce nere.
Infine, una ricerca dell'Università di Bristol è riuscita a dimostrare come la funzione di queste striature sia quella di proteggere le zebre da quegli insetti (soprattutto i tafani) che succhiano il sangue e che sono portatori di malattie mortali, come la peste equina: le strisce, infatti, pare che tendano a infastidire il sistema visivo degli insetti durante gli ultimi momenti di avvicinamento. Nel 2019 è stato avvistato un primo esemplare di zebra a pois, nato in una riserva naturale in Kenya, con manto scuro e macchie bianche, ma alcuni studiosi temono che si possa trattare di un allarmante segno di una mutazione genetica rischiosa per la specie.
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